Riscaldamento: i consigli per abbassare le bollette e ridurre i consumi del riscaldamento a gas metano

Marcigaglia, costruzioni firmate

Per far funzionare gli impianti di riscaldamento e raffrescamento e per produrre acqua calda sanitaria usiamo oltre l’80% dell’energia che consumiamo ogni anno nelle nostre case.

fonte: enea.it

Questa percentuale può aumentare o diminuire di molto in funzione della zona climatica di appartenenza e di scelte personali come le ore di accensione, la temperatura che si mantiene nei locali e la tipologia di impianto che abbiamo installato. Ma una precisa regolazione e una corretta manutenzione consentono di ridurre sensibilmente i consumi di questi impianti e con essi anche la spesa che sosteniamo per farli funzionare. E non solo. Un impianto ben tenuto è più sicuro e inquina di meno, perché emette nell’atmosfera una minore quantità di gas che hanno effetti negativi sull’ambiente e sulla nostra salute.

Riferimento normativo: DPR 16 aprile 2013, n. 74
• Art. 3 – Valori massimi della temperatura ambiente
• Art. 4 – Limiti di esercizio (GIORNI) degli impianti termici per la climatizzazione invernale
• ART. 9 – Ispezioni sugli impianti termici

10 Regole per ridurre i consumi

Per aiutare i consumatori a scaldare al meglio le proprie abitazioni, evitando sprechi e brutte sorprese in bolletta (o sanzioni per non aver effettuato le revisioni di legge), l’ENEA propone 10 regole pratiche per un riscaldamento efficiente che unisca il comfort al risparmio in bolletta.

Regola N. 1 MANUTENZIONE

Effettuare la manutenzione degli impianti. È la regola numero uno, sia per motivi di sicurezza sia per evitare sanzioni: un impianto ben regolato consuma e inquina meno. Chi non effettua la manutenzione del proprio impianto rischia una multa a partire da 500 euro (art 9 del DPR 74/2013).

Il libretto d’impianto è il documento di riconoscimento di ogni impianto termico. Al suo interno sono descritte le caratteristiche tecniche e, nel tempo, sono registrate le eventuali modifiche, sostituzioni di componenti e tutti gli interventi di controllo effettuati.

Il controllo di efficienza energetica dell’impianto, compresa la redazione del Rapporto di controllo, è obbligatorio per legge e deve essere eseguito in occasione delle operazioni di manutenzione, ma con la cadenza indicata nella tabella 1.

Per esempio, il Controllo di Efficienza Energetica dell’impianto) per una caldaia da 24 kw (inferiore a 100 kw) è ogni 2 anni.

Quindi se le operazioni di manutenzione sono più frequenti di quanto previsto nella tabella 1, non è sempre obbligatorio eseguire il controllo di efficienza energetica.
Sono soggetti a controllo efficienza energetica le seguenti tipologie di impianti:
• impianti per la climatizzazione invernale di potenza termica utile nominale superiore a 10 kW
• impianti per la climatizzazione estiva e pompe di calore di potenza termica utile nominale superiore a 12 kW
Le potenze dell’impianto suddette si riferiscono alla somma delle potenze utili dei generatori e delle macchine frigorifere, che si esegue soltanto quando essi agiscono sullo stesso sistema di distribuzione.

Oltre alla tempistica indicata nella tabella 1, il controllo dell’efficienza energetica deve essere effettuato:
• all’atto della prima messa in servizio dell’impianto, a cura della ditta installatrice

TABELLA 1 del DPR 16 aprile 2013, n. 74 

Regola N. 2 – RISCALDAMENTO A 18° NELLE STANZE, E CLIMATIZZATORE A 26°

Controllare la temperatura degli ambienti. Scaldare troppo la casa fa male alla salute e alle tasche: la normativa consente una temperatura fino a 22 gradi, ma 18 gradi sono più che sufficienti a garantire il comfort necessario. Inoltre, per ogni grado abbassato si risparmia dal 5 al 10% sui consumi di combustibile.

I nostri consigli per la temperatura dell’abitazione:
In inverno suggeriamo di non superare i 18 °C di giorno e i 16 °C di notte.

RAFFRESCAMENTO ESTIVO
Durante il funzionamento dell’impianto di climatizzazione estiva, la media delle temperature nei singoli ambienti raffrescati non deve essere minore di 26 °C (+- 2 °C) di tolleranza per tutti gli edifici.
E in estate di non andare oltre i 5 gradi di differenza tra la temperatura esterna e quella interna. In alcuni casi è sufficiente attivare la sola funzione “deumidificazione”.

DPR 16 aprile 2013, n. 74  – Art. 3 – Valori massimi della temperatura ambiente

Durante il funzionamento dell’impianto di climatizzazione invernale, la media ponderata delle temperature dell’aria, misurate nei singoli ambienti riscaldati di ciascuna unita’ immobiliare, non deve superare:
a) 18°C (+/- 2°C) di tolleranza per gli edifici adibiti ad attivita’ industriali, artigianali e assimilabili;
b) 20°C (+/- 2°C) di tolleranza per tutti gli altri edifici.
Durante il funzionamento dell’impianto di climatizzazione estiva, la media ponderata delle temperature dell’aria, misurate nei singoli ambienti raffrescati di ciascuna unita’ immobiliare, non deve essere minore di 26°C +/- 2°C di tolleranza per tutti gli edifici.

Regola N. 3 – RISCALDAMENTO ACCESO PER MASSIMO 14 ORE AL GIORNO

Attenti alle ore di accensione. Il tempo massimo di accensione giornaliero è indicato per legge e cambia a seconda delle 6 zone climatiche in cui è suddivisa l’Italia. Per i comuni in fascia “E” (Veneto e Lomabrdia…), ad esempio, è consentito fino a un massimo di 14 ore.

L’accensione degli impianti termici destinati alla climatizzazione invernale delle civili abitazioni è consentita in un periodo mensile e giornaliero ben definito, che varia secondo 6 zone climatiche, dalla più calda alla più fredda, determinate in base ai gradi-giorno dei comuni Italiani:

Zona climatica e durata del periodo di riscaldamento in Italia

DPR 16 aprile 2013, n. 74  – ART. 9 – Ispezioni sugli impianti termici

Gli impianti termici destinati alla climatizzazione degli ambienti invernali sono condotti in modo che, durante il loro funzionamento, non siano superati i valori massimi di temperatura indicati all’articolo 3 del presente decreto.

L’esercizio degli impianti termici per la climatizzazione invernale e’ consentito con i seguenti limiti relativi al periodo annuale e alla durata giornaliera di attivazione, articolata anche in due o piu’ sezioni:
a) Zona A: ore 6 giornaliere dal 1° dicembre al 15 marzo;
b) Zona B: ore 8 giornaliere dal 1° dicembre al 31 marzo;
c) Zona C: ore 10 giornaliere dal 15 novembre al 31 marzo;
d) Zona D: ore 12 giornaliere dal 1° novembre al 15 aprile;
e) Zona E: ore 14 giornaliere dal 15 ottobre al 15 aprile;
f) Zona F: nessuna limitazione.

Regola N. 4 – OTTIMIZZARE I TERMOSIFONI

Installare pannelli riflettenti tra muro e termosifone. È un ‘trucco’ semplice, ma molto efficace per ridurre le dispersioni di calore.

Regola N. 5 – ABBASSARE TAPPARELLE DURANTE LA NOTTE

Schermare le finestre durante la notte. Chiudendo persiane e tapparelle o mettendo tende pesanti si riducono le dispersioni di calore verso l’esterno.

Regola N. 6 – FARE IL CERTIFICATO PRESTAZIONE ENERGETICA DELL’ABITAZIONE

Fare il check-up alla propria casa. L’isolamento termico su pareti e finestre dell’edificio è un aspetto da non trascurare: se la costruzione è stata completata prima del 2008, probabilmente non rispetta le attuali normative sul contenimento dei consumi energetici e conviene valutare un intervento per isolare le pareti e sostituire le finestre. Con i nuovi modelli che disperdono meno calore il beneficio può essere doppio: si riducono i consumi di energia fino al 20% e si può usufruire degli ecobonus, la detrazione fiscale del 65%.

L’ATTESTATO DI PRESTAZIONE ENERGETICA (APE) e LE CLASSI ENERGETICHE
L’APE offre al cittadino, alle Amministrazioni e agli operatori informazioni semplici e chiare sull’efficienza dell’edificio e degli impianti, consentendone un confronto della qualità energetica di unità immobiliari differenti, orientando il mercato verso edifici con maggiore efficienza energetica, minori consumi e quindi minori emissioni.
Rispetto alla vecchia classificazione, la nuova scala della prestazione energetica degli immobili è formata da 10 classi: A4, A3, A2, A1, B, C, D, E, F, G (dalla più efficiente alla meno efficiente).
La classe è determinata attraverso l’indice di prestazione energetica globale dell’edificio in termini di energia primaria non rinnovabile che deve tener conto non solo del fabbisogno di energia primaria non rinnovabile per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria (era così prima del 1 ottobre 2015) ma anche di altri servizi energetici come la climatizzazione estiva, la ventilazione meccanica ed, in alcuni casi specifici, anche dell’illuminazione e del trasporto di persone o cose.

Regola N. 7 – VALUTARE IMPIANTI DI NUOVA GENERAZIONE

Impianti di riscaldamento innovativi. Se l’impianto ha più di 15 anni, conviene valutarne la sostituzione ad esempio con le nuove caldaie a condensazione o a biomasse, le pompe di calore, o con impianti integrati dove la caldaia è alimentata con acqua preriscaldata da un impianto solare termico e/o da una pompa di calore alimentata con un impianto fotovoltaico. Per l’installazione si può usufruire della detrazione fiscale del 65% in caso di intervento complessivo di riqualificazione energetica o del 50% per una semplice ristrutturazione edilizia.

Regola N. 8 – NON OSTRUIRE I TERMOSIFONI

Evitare ostacoli davanti e sopra i termosifoni. Collocare tende o mobili davanti ai termosifoni o usare i radiatori come asciuga biancheria disperde calore ed è fonte di sprechi. Inoltre attenzione a non lasciare troppo a lungo le finestre aperte: per rinnovare l’aria in una stanza bastano pochi minuti e si evitano inutili dispersioni di calore.

Regola N. 9 – USARE I TERMOSTATI A TEMPO REGOLABILE

Installare i cronotermostati. Un aiuto al risparmio arriva dai moderni dispositivi elettronici che consentono di regolare temperatura e tempo di accensione in modo da mantenere l’impianto in funzione solo quando si è in casa.

Regola N. 10 – APPLICARE LE VALVOLE TERMOSTATICHE

Queste apparecchiature servono a regolare il flusso dell’acqua calda nei termosifoni, consentendo di mantenere costante la temperatura impostata e concentrare il calore negli ambienti più frequentati. Inoltre, permettono di evitare sprechi abbattendo i costi in bolletta fino al 20%. Le termovalvole usufruiscono di una detrazione fiscale del 50% se installate durante una semplice ristrutturazione edilizia o del 65% per interventi di efficientamento energetico e/o per la sostituzione di una vecchia caldaia con una ad alta efficienza. Il Dlgs 102/2014 ne ha reso obbligatoria l’installazione per condomìni ed edifici polifunzionali. I termini per mettersi in regola ed evitare sanzioni amministrative sono scaduti il 30 giugno 2017.

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